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brano
 
Tacito
De oratoria,16
 
originale
 
[16] "Magnam" inquit Secundus "et dignam tractatu quaestionem movisti. Sed quis eam iustius explicabit quam tu, ad cuius summam eruditionem et praestantissimum ingenium cura quoque et meditatio accessit?" Et Messalla "aperiam" inquit "cogitationes meas, si illud a vobis ante impetravero, ut vos quoque sermonem hunc nostrum adiuvetis." "Pro duobus" inquit Maternus "promitto: nam et ego et Secundus exsequemur eas partis, quas intellexerimus te non tam omisisse quam nobis reliquisse. Aprum enim solere dissentire et tu paulo ante dixisti et ipse satis manifestus est iam dudum in contrarium accingi nec aequo animo perferre hanc nostram pro antiquorum laude concordiam." "Non enim" inquit Aper "inauditum et indefensum sae- culum nostrum patiar hac vestra conspiratione damnari: sed hoc primum interrogabo, quos vocetis antiquos, quam oratorum aetatem significatione ista determinetis. Ego enim cum audio antiquos, quosdam veteres et olim natos intellego, ac mihi versantur ante oculos Ulixes ac Nestor, quorum aetas mille fere et trecentis annis saeculum nostrum antecedit: vos autem Demosthenem et Hyperidem profertis, quos satis constat Philippi et Alexandri temporibus floruisse, ita tamen ut utrique superstites essent. Ex quo apparet non multo pluris quam trecentos annos interesse inter nostram et Demosthenis aetatem. Quod spatium temporis si ad infirmitatem corporum nostrorum referas, fortasse longum videatur; si ad naturam saeculorum ac respectum inmensi huius aevi, perquam breve et in proximo est. Nam si, ut Cicero in Hortensio scribit, is est magnus et verus annus, par quo eadem positio caeli siderumque, quae cum maxime est, rursum existet, isque annus horum quos nos vocamus annorum duodecim milia nongentos quinquaginta quattuor complectitur, incipit Demosthenes vester, quem vos veterem et antiquum fingitis, non solum eodem anno quo nos, sed etiam eodem mense extitisse.
 
traduzione
 
16. ?Hai sollevato,? disse Secondo, ?una questione importante e meritevole di essere discussa. Ma chi la svolger? meglio di te, che assommi a una dottrina profonda e a un ingegno straordinario anche una capacit? di riflessione accurata?? E Messalla: ?Vi aprir?,? disse ?i miei pensieri, se prima vi strapper? una promessa, cio? che anche voi diate un contributo a questo nostro discorso.? ?Prometto a nome di due,? disse Materno; ?infatti Secondo e io affronteremo quei punti che tu avrai non dico tralasciato, lo capiamo bene, ma riservato a noi. Quanto ad Apro, tu hai detto poco fa che ha l'abitudine di dissentire, ed ? peraltro abbastanza evidente che da tempo si sta preparando per farci opposizione e che non pu? tranquillamente accettare questo nostro accordo nel lodare gli antichi.? ?Certo non permetter?,? intervenne Apro, ?che la nostra generazione subisca da questa vostra cospirazione una condanna senza essere stata ascoltata e difesa. Ma prima vi domander? chi sono quelli che voi chiamate antichi e quale fase dell'oratoria voi designate usando questa parola. Infatti, quando sento parlare degli antichi, intendo persone di un lontano passato, nate molto tempo addietro, e mi si presentano davanti agli occhi Ulisse e Nestore, la cui epoca precede di quasi mille e trecento anni il nostro tempo. D'altra parte, voi citate Demostene e Iperide che, com'? noto, fiorirono all'epoca di Filippo e di Alessandro, anche se poi sono sopravvissuti a entrambi. Perci? risulta evidente che tra la nostra et? e quella di Demostene non sono intercorsi molto pi? di trecento anni: un periodo che pu? forse sembrare lungo, se rapportato alla fragilit? dei nostri corpi; ma rispetto alla durata dei secoli e alla considerazione che questo tempo non ha limiti, ? assolutamente breve e quanto mai a ridosso di noi. Se infatti, come Cicerone scrive nell'Ortensio, il grande anno, quello vero, si compie quando le costellazioni del cielo tornano ad assumere l'identica posizione che hanno in un particolare momento, e se questo grande anno comprende dodicimila novecento cinquanta quattro di quelli che noi chiamiamo anni, allora il vostro Demostene, che voi configurate come antico, appartenente a tempi passati, ha cominciato a esistere non solo nel nostro stesso anno, ma addirittura nello stesso mese.?
 

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